Quelli con la valigetta

Non mi hanno mai del tutto convinto quelli con la valigetta. Mi capita spesso di trovarmi ad osservarli senza riuscire a distogliere lo sguardo per diversi minuti, prestando attenzione ad ogni loro movimento, alla piega delle labbra, alla gestualità, persino al loro modo di stare seduti o camminare per la stanza con una mano in tasca e l’altra che oscilla lungo il fianco come un pendolo.

E ogni volta non ottengo altro risultato se non quello di farmi assorbire da un ulteriore vortice di sospetti e dubbi. Finisco per diventare un detective che dà la caccia ad un fantasma, accumulando prove che subito si dissolvono in nuvolette di fumo, inafferrabili.

Proprio quando mi sembra di essere finalmente vicino alla verità, un evento imprevisto mi scaglia indietro e mi ritrovo esattamente dove avevo cominciato la mia indagine, più disorientato di prima.

Non si può dire che siano gli esseri più prevedibili, quelli con la valigetta. Quanto mi piacerebbe che lo fossero. Mi farebbe sentire molto meglio, più sollevato forse. Invece non fanno altro che sfidare le mie certezze, e i colpi che assestano decisi, chissà come, vanno sempre a segno.

È da un po’ che si sono accaniti sulle fondamenta delle mie convinzioni, ci hanno lavorato con efficacia e precisione, senza peraltro dare l’impressione di profondere grandi sforzi. In scioltezza.

Adesso, mentre sento che il cedimento strutturale è prossimo, non posso fare a meno di chiedermi se e quanto fossero solide quelle mie certezze e, soprattutto, se dopo converrà costruirne di nuove oppure rinunciare per sempre ad averne.

Sono sicuro che loro avrebbero una risposta anche a questo. Rendono tutto facile. Ecco un’altra di quelle cose che mi mandano nel panico. Del resto, nessuno ha mai regalato loro niente.

Nossignore, si sono guadagnati ogni cosa lottando fino all’ultimo respiro, mettendo in gioco tutto quello che avevano e rischiando più di quanto potessero permettersi di perdere.

Vorrei tanto dar loro dei leccaculo, sbattergli in faccia il fatto che tutto quello che hanno lo devono ad un atteggiamento servile nei confronti di chi detiene il potere. E l’ho già fatto in passato, sapendo benissimo di avere torto marcio.

Ho anche provato ad additare a sicure carenze a livello affettivo, alla mancanza di tempo per coltivare dei veri rapporti umani. Inutile dirlo, è stato un altro buco nell’acqua.

E allora, cari amici, penso proprio che mi arrenderò come ci si arrende di fronte al ritrovamento di un oggetto misterioso di cui si ignora la provenienza ma i cui effetti prodigiosi sono ben evidenti. Come quando ci si trova davanti ad uno di quei fenomeni che la scienza non sarà mai in grado di spiegare.

O forse, quelli con la valigetta, hanno assolto già al loro compito, e io ancora non l’ho capito completamente. Se deciderò di accettare con serenità i miei limiti o intestardirmi nel tentativo di superarli, questo ora dipende solo da me.

And so and now I’m sorry I missed you, I had a secret meeting in the basement of my brain.

(The Nationals)

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