Qualche giorno fa io e il Tarantino stavamo contemplando il paesaggio incontaminato di un piccolo villaggio del Guizhou, a nord – est di Kunming. Ci eravamo soffermati su una grande casa dal cui cortile interno spuntavano gli imponenti rami di un albero secolare e ci chiedevamo quale dei due fosse più vecchio, se la casa o l’albero.
Sulla strada per la Città Antica dovevamo fermarci ogni 5 minuti per via di improvvisi acquazzoni che riportavano un po’ di frescura nell’afoso pomeriggio di fine luglio.
Con noi c’era anche Sam, un rapper afroamericano che vive in Cina da quasi 10 anni, gli ultimi 3 dei quali passati a Kunming con la sua moglie cinese. Un tipo a posto Sam, e anche un discreto performer.
Era stato un peccato aver dovuto interrompere la sua esibizione a causa della pioggia, la sera prima, in un villaggio/resort che un gruppo di organizzatori di eventi cinesi sta cercando di promuovere a livello nazionale.
Era questo, principalmente, il motivo per cui io ed il Tarantino, e anche Sam naturalmente, ci trovavamo da quelle parti, sebbene non ci fosse chiarissimo il ruolo che dovevamo ricoprire.
Cosa si aspettavano esattamente da noi? Avevano bisogno di un punto di vista esterno sul loro operato oppure bastava che mostrassimo le nostre facce occidentali?
In Cina esiste una categoria di eventi chiamata comunemente Monkey Show, perchè gli stranieri invitati a prendervi parte vengono trattati come scimmiette da esibire ai potenziali partner o clienti e a nessuno interessa realmente chi siano, da dove vengano e cosa siano in grado di fare.
Persino i musicisti, quelli che vengono assoldati per suonare durante eventi promozionali o serate di gala, spesso vengono scelti più per la loro presenza che per la loro bravura.
Le loro esibizioni sono quanto di più avvilente e deprimente un artista possa aspettarsi. Sono nient’altro che giullari. Coccolati e venerati, certo, ma pur sempre giullari.
E se fosse cosi’ anche nel nostro caso?
Il Tarantino scuoteva la testa, mentre le gocce di pioggia si facevano sempre più sottili e lente.
“Per capirlo dobbiamo tornare ogni volta che possiamo, parlare con loro, ascoltare quel che hanno da dirci e valutare le loro proposte.” Non sarà facile, e non solo perchè i cinesi, specie quando si parla di affari, non sono famosi per essere le persone più dirette di questo mondo.
Quando finalmente siamo arrivati alla Città Antica alcuni turisti hanno circondato Sam, meravigliati ed incuriositi. In molti gli hanno chiesto di poter tastare i suoi lunghissimi dreds per capire se fossero veri o finti.
E’ da quanto è in Cina che il poveretto risponde a questa domanda almeno una trentina di volte al giorno. Nonostante questo, non ha alcuna intenzione di andarsene, nè tantomeno di cambiare acconciatura.
L’umanità, io l’ho divisa in due categorie di persone: Uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza.
(dal film “Uomini o Caporali”)