Voltare pagina

Quando ho comunicato ad Eddy la mia decisione di andar via, lui è rimasto un attimo a pensare e poi mi ha chiesto: “Ti andrebbe di essere uno dei miei 6 testimoni?”

Senza dire altro, ci siamo scambiati un abbraccio virile, uno di quelli che durano al massimo 5 secondi e che si concludono con la proverbiale pacca sulla spalla.

Ci mancherebbe amico mio, anzi ne sarei onorato. Mi beccherò un bel po’ di pallottole al posto tuo il giorno del matrimonio, in modo che sarai in grado di arrivare alla fine della cerimonia più sobrio possibile.

Perchè è proprio questo che fa un testimone: resta al fianco dello sposo dall’inizio alla fine, ne tesse le lodi parlando con gli ospiti, ne preserva la stabilità psico-motoria ingollando per lui bicchieri di atroce liquore cinese.

E poi, quando tutto questo sarà finito, saremo pronti a tenderci la mano ed a proseguire i nostri rispettivi viaggi ognuno per la sua strada.

Certo, sarà dura andarsene da qui. Questa casa è stata teatro di tante belle storie in tutti questi mesi. Altro che sistemazione temporanea. Ci abbiamo mangiato leccornie di ogni tipo, bevuto vino in quantità, guardato film di Sergio Leone, riso, scherzato, parlato di noi e di molto altro. A conti fatti, questo posto ha fatto da cornice ad uno dei periodi più belli della mia vita.

Mi sono persino innamorato, qui dentro. Riuscite a crederci?

“Ma che significa esattamente andare avanti, voltare pagina?”, mi ha chiesto una delle ultime volte che abbiamo parlato, prima di raccattare la sua roba e prendere la porta.

“Significa che dobbiamo dimenticarci l’uno dell’altra? Far finta che niente di tutto questo sia mai successo? Significa smettere di parlarci, di mandarci messaggi, persino di pensarci a vicenda? È allora a che è servito? Sai una cosa, non voglio più innamorarmi. Di nessuno. È troppo faticoso.”

Lì per lì sono restato in silenzio. Avrei potuto sciorinare un bel po’ di fregnacce su come gli eventi più drammatici ci rendano più forti, su quanto sia utile ogni tanto rimettere tutto in discussione e ripartire da zero. Avrei potuto raccontarle che, giovane com’è, non passerà molto tempo prima che qualcun altro si accorga di lei e, a quel punto, il ricordo di me comincerà a sbiadire rapidamente.

E invece me ne sono stato zitto e, come faccio da un bel po’, mi sono affidato al tempo che passa e sistema ogni cosa.

Ci sono scatole che sembra si rifiutino di contenere anche lo stretto necessario, e l’inventario che credevi facilissimo ora è un calvario (Daniele Silvestri)

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